Anno: 1933
Regia: James Whale
Cast: Paul Lukas (Paul Held), Frank Morgan (Walter Bernsdorf), Nancy Carroll (Maria Held), Jean Dixon (Hilda)
Recensito il 30 giugno 2016 da Sara Tomasin
Definire questo film un legal drama aiuterebbe a collocarlo in un orizzonte di senso, ma sicuramente ne limiterebbe i confini in modo insoddisfacente. Il nucleo motore della vicenda è l'assassinio di Lucy Bernsdorf da parte del marito, avvenuto a seguito della scoperta del tradimento di lei. Arrestato, il professor Bernsdorf ingaggia Paul Held, amico di sempre e avvocato di fama, per assolverlo dalla pena capitale. Quest'ultimo, tuttavia, finisce per rivivere gli stessi drammi emotivi del suo assistito, perché scopre a sua volta che la moglie ha un amante. E questa è la trama.
Ma in questa pellicola c'è molto più della sola storia che racconta. The Kiss Before The Mirror chiama infatti in causa i riflessi del titolo in una continua rifrazione di vicende, personaggi e rimandi che si moltiplicano fra milioni di specchi - fisici e metaforici.
Tutto nella pellicola si muove attraverso essi: nelle loro cornici avviene il bacio che muove il primo omicidio, sempre lì quello che porta l'avvocato Held al sospetto che quasi ne causa un secondo. Ecco che - non a caso - lo specchio, strumento di vanità e di sdoppiamento, genera tutti drammi (fra i quali il pericoloso parallelismo che l'avvocato Held instaura fra la propria vicenda e quella dell'amico accusato, e che quasi lo porta ad emularne il gesto) ma è anche al centro della ricomposizione degli equilibri alla fine della pellicola (lo specchio è infatti infranto prima del riappacificazione dei coniugi Held).
Spettacolare e disturbante, inoltre, il momento dell'arringa di difesa che l'avvocato Held declama nell'aula del tribunale, durante la quale si immedesima a tal punto nella vicenda, da cominciare a parlare in prima persona delle fasi che hanno condotto all'assassinio. Spettacolare perché in questo modo, attraverso l'omicidio sublimato, impersonato nel racconto, Paul riesce ad uccidere la moglie (o meglio, ad ucciderne il riflesso di traditrice) e ad evitare di vendicarsi sul piano del reale, potendo infine tornare dalla versione amorevole di lei e perdonarla. Tuttavia, come si anticipava, tale monologo risulta anche disturbante, perché il filo sul quale si muove l'arringa - vale a dire quello del troppo amore che giustifica l'insano gesto - mette in scena ulteriori rifrazioni e parallelismi più indigesti per il pubblico. Le parole pronunciate con foga dall'avvocato Held, infatti, non essendo dissimili da quelle troppo spesso sentite nei processi sui "delitti d'onore" (si ricordi che l'abrogazione dell'articolo n.587 nel nostro paese è avvenuta appena nel 1981), non possono che lasciarci quantomeno scomodi sulle nostre poltrone.
Purtroppo, in questo caso, i fatti di cronaca dei nostri giorni ci portano a vedere questo ulteriore riflesso nello sfaccettato specchio di The Kiss Before the Mirror con amarezza, ricordandoci come anche dopo più di ottant'anni l'amore viene ancora usato come alibi per la violenza sulle donne. Ancora specchi, quindi. L'unico bilanciamento, in questo caso, ci viene offerto da un personaggio che nel film merita l'attenzione del pubblico, ovvero quello dell'avvocatessa single Hilda, che indicativamente conclude l'episodio in tribunale sdoppiando - ancora una volta - il proprio punto di vista: "Come avvocato mi congratulo per la vittoria che sicuramente riporterà - dice infatti a Paul - ma come donna non ho creduto ad una parola di quanto ha detto là fuori". Ulteriori riflessi, ça va sans dire.