FAQ Flashvideo 27

Ho appena concluso un cortometraggio di 28 min. con musiche non originali di gruppi come "murder by death", "toll", "mmw", "beastie boys", "lali pina", "sister sledge", destinato ad essere visto in pubblico, quanto dovrei pagare per i diritti SIAE?
 

Partiamo dalla considerazione di fondo: quando si riempie un panino, per essere in regola bisogna essersi procurato legittimamente la farcitura. Altrimenti, conviene mangiarlo in fretta e far così sparire le prove del reato. Un video è, in genere, il risultato dell’assemblaggio di molti contenuti diversi, alcuni dei quali di carattere “creativo”. Tra questi ultimi convenzionalmente si comprendono la narrazione, la regia, la sceneggiatura e la musica (ma possono esservene altri). Il produttore del video deve logicamente aver ottenuto il permesso per tutti i contenuti che non siano originariamente di sua proprietà (la recitazione degli attori, l’acquisto della pellicola, ecc.); a maggior ragione deve cautelarsi riguardo ai contenuti di carattere creativo, che sono molto “delicati”. Ad esempio le musiche. C’è un problema morale, perché gli autori hanno diritto di negare l’accostamento delle proprie opere ad immagini quando non ne condividano il messaggio. C’è un problema economico, poiché le case discografiche possono sentirsi danneggiate dall’utilizzo nella sonorizzazione di supporti destinati al solo uso privato. Per questo è necessario chiedere, ed ottenere, tutte le autorizzazioni PRIMA di sonorizzare. Chiederle dopo va bene lo stesso solo nel caso in cui si riesca a trovare un accordo, morale ed economico, con gli aventi diritto: situazione sempre rischiosa. Oltretutto, come spero sia chiaro (se non è chiaro si legga il mio libro “Tutto quello che dovete sapere per FARE MUSICA”), quelle autorizzazioni vanno chieste non alla SIAE, bensì agli autori stessi o alle loro case discografiche. E non esiste una tariffa standard, ma ciascuno può indicare il compenso che ritiene appropriato. Sta nel produttore accettare o rinunciare, se le condizioni non gli stanno bene. 
Diverso è il discorso della proiezione in pubblico, una volta che il film è stato regolarmente prodotto. In quel caso, per essere in regola, “basta” un permesso della SIAE ed il pagamento di un piccolo compenso, in genere calcolato sulla base dell’incasso della biglietteria (si paga poco più del due per cento dell’incasso netto). Ma di questo permesso, e del relativo pagamento, si preoccupa il gestore della sala in cui avviene la proiezione.