Il Biografilm Festival ha sempre mostrato una grande attenzione per i film dedicati al mondo della musica: Searching for Sugar Man, Frank e Jimi - All is by my side sono solo alcuni esempi dei film arrivati a Bologna nelle passate edizioni.
Anche quest'anno la sezione Biografilm Music è ricca di proposte degne di nota. Tra queste, gli organizzatori puntano particolarmente su Miles ahead, biopic sul grande trombettista jazz.
Il film segna l'esordio da regista di Don Cheadle, attore premio oscar nel 2005 per Hotel Rwanda diventato noto anche al pubblico più ampio grazie all'ingresso nel Marvel Cinematic Universe nei panni di War Machine. Cheadle, oltre che dirigere Miles ahead e interpretarne il protagonista, lo ha anche scritto e coprodotto, mostrando una passione per questo progetto che nel film emerge dalla sincerità con cui Davis è stato portato sullo schermo.
Cheadle decide di non raccontare l'intera esistenza del suo protagonista, ma di concentrarsi su un momento particolare della sua vita, quello che va dal 1975 al 1979, cinque anni durante i quali uno dei più grandi musicisti viventi non suonò nemmeno una sola nota, schiacciato da depressione, droga e alcol. Il Miles Davis di Don Cheadle è un gangster in fuga dalla sua mancanza di ispirazione, la cui crisi lo ha allontanato sempre di più dalla sua ragione di vita, la musica, spingendolo verso il baratro del crimine. Già in questo Miles ahead segna lo scarto con tante produzioni simili. Si pensi ad esempio ad un altro film su un grande musicista, Ray, racconto che pur mostrando le dipendenze di Ray Charles tende all'agiografia e, per di più, lo fa in maniera didascalica, raccontando passo passo vita, morte e miracoli del suo personaggio.
Nonostante sia alla sua prima prova, o forse proprio in virtù della sua freschezza, Cheadle scampa invece alle trappole delle tradizionali biografie cinematografiche. Nel film i piani temporali si mescolano, e i ricordi di un passato felice emergono sempre più spesso, arrivando ad intrecciarsi con il presente. Un simile contrasto emerge anche nella messa in scena: la regia classica e quadrata del passato si fa sporca nel raccontare il triste presente del jazzista.
Non sempre però le scelte coraggiose di Don Cheadle funzionano, anche perché la produzione ha imposto Ewan McGregor nel ruolo di spalla del protagonista, smorzando l'originalità del film per renderlo più appetibile al grande pubblico. Ma forse una pellicola non del tutto riuscita ma che batte nuovi percorsi è comunque più interessante di un prodotto perfettamente confezionato che si adatta a scelte convenzionali. Non di rado Miles ahead si perde, ma è il rischio del cercare strade nuove. Certo, non ci troviamo davanti nemmeno ad un biopic rivoluzionario e quasi folle come potevano essere Wittgentein di Derek Jarman o I'm not there. di Todd Haynes. Ma il tentativo fatto da Cheadle di aggiungere qualche novità allo stanco cinema biografico hollywoodiano si può apprezzare: il ritratto di Miles Davis è onesto e interessante. Non ne raggiunge le vette artistiche, ovvio, ma non si lascerà la sala delusi.