https://youtu.be/4aJdmD0FPr8
La rivoluzione mi ha scosso con tutta la sua forza, impadronendosi della personalità, di un singolo uomo, del suo essere, traboccando dai confini dell'immaginazione e irrompendo nel mondo sentimentale delle immagini, che diventano a loro volta parte della rivoluzione. (M. Chagall)
Sono passati cento anni dalla Caduta del Palazzo d'Inverno, episodio poi celebrato come l'inizio della Rivoluzione Russa, un evento epocale che cambiò il destino non solo della Russia, ma anche dell’Europa e del mondo.
Quella passata alla storia come la Rivoluzione di Ottobre, in realtà mosse i suoi primi passi diversi mesi prima. Era il 23 febbraio 1917 (nel resto del mondo l'8 marzo, secondo il calendario gregoriano), quando gli scioperi iniziati a gennaio si trasformarono in una vera e propria insurrezione contro il governo zarista. In quella Giornata internazionale della donna, le lavoratrici tessili nel distretto di Vyborg di Pietrogrado esauste dalla miseria scesero in sciopero. Di lì a poco si unirono a loro tanti altri operai e studenti chiedendo a gran voce pace e pane. Ed è proprio nell'ex Forno del Pane che a cento anni da quell'evento inaugura una mostra che testimonia la varietà artistica di quel fervente periodo storico. Oltre 70 opere provenienti dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo costituiscono REVOLUTIJA, da Chagall a Malevich da Repin a Kandinsky in mostra al MAMbo dal 12 dicembre 2017 al 13 maggio 2018.
La mostra è prodotta e organizzata da CMS.Cultura in partnership con il Comune di Bologna / Istituzione Bologna Musei, realizzata grazie alla collaborazione con il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo a cui appartengono i due curatori, Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky. Obiettivo dell'esposizione, oltre a celebrare il centenario della Rivoluzione, è mettere in luce quante e quali arti, così diverse tra loro, nacquero in Russia nei primi 30 anni del Novecento, ma soprattutto, come dice la curatrice Evgenia Petrova “riportare all’attenzione non tanto della critica o degli addetti ai lavori, quanto del pubblico, artisti tipo Repin come anche Petrov-Vodkin o Kustodiev, rimasti un po’ nell’ombra a causa dell’enorme successo avuto da altri quali Chagall, Malevich o Kandinsky che pure sono presenti in mostra”.
L'esposizione inizia con poche opere risalenti ai primissimi anni del Novecento, gli anni delle prime sommosse contadine, ancora lontane dai tumulti della rivoluzione, ma fondamentali per capire il clima che aleggiava in quegli anni. La mostra si apre con il bellissimo 17 ottobre 1905, di Il’ja Repin, che testimonia come artisti, poeti e intellettuali avevano partecipato alla rivoluzione democratico-borghese del 1905. Ma questa insurrezione, dal carattere decisamente socialista, venne brutalmente repressa dallo zarismo ed è da questo momento che si spezza la tradizione culturale del realismo.
Prima della Grande Guerra l'ambiente artistico russo era caratterizzato dalla sperimentazione. La pittura francese aveva fervidi ammiratori e imitatori, ma gli impulsi rivoluzionari contaminarono le esperienze artistiche. La varietà stilistica che ne derivò e che va dal primitivismo al cubo-futurismo, fino al suprematismo e al costruttivismo, costruendo contemporaneamente un parallelo cronologico tra l’espressionismo figurativo e il puro astrattismo, costituiva l’unico modo possibile per fotografare una realtà incandescente che sembrava non avere altra forma che la sua continua, disordinata trasformazione.
Se il fallimento della rivoluzione del 1905 aveva seminato la sfiducia tra intellettuali e artisti, quella vittoriosa del ’17 diventò un richiamo profondo, generò una fiducia nuova perché vedevano nel fuoco della rivoluzione la distruzione di un passato scomodo e la possibilità di un futuro migliore.
Tra i capolavori presenti nel percorso espositivo spiccano opere come Promenade di Chagall, Ritratto di Anna Akhmatova di Altman, Su bianco di Kandinsky, Testa di contadino e Quadrato nero di Malevich. L'interdisciplinarità dell'avanguardia russa è rappresentata da un nucleo di foto d'epoca, video storici e i costumi teatrali disegnati da Malevich per lo spettacolo Vittoria sul Sole, in cui comparve per la prima volta l'idea del celebre Quadrato nero.
Per gli artisti russi dei primi due decenni del novecento, l’arte e la rivoluzione erano la stessa cosa. La pittura non si limitava a raccontarla ma era la rivoluzione stessa. Sottolinea il co-curatore Joseph Kiblitsky la rivoluzione non è solo un percorso storico, la rivoluzione è nelle menti e nel sistema. L'intento fu quello di cambiare il mondo dell'arte in quanto artisti e cambiare la società come cittadini.
Revolutija ripercorre uno dei capitoli più importanti e radicali del modernismo, una stagione artistica straordinaria. La storia e l'arte si incontrano e si fondono in un percorso complesso e raffinato che rende questa mostra un appuntamento imperdibile nel calendario culturale bolognese.
Un articolato progetto educativo che prevede visite guidate, visite animate e laboratori alla scoperta delle Avanguardie russe - realizzato a cura del Dipartimento educativo MAMbo, in collaborazione con Senza Titolo - è stato sviluppato per soddisfare le diverse esigenze del pubblico: dalle scuole alle famiglie, dai gruppi al singolo visitatore.
La mostra è il fulcro di un ricco programma collaterale di manifestazioni relative al centenario della Rivoluzione di Ottobre, cui partecipano l’Università degli Studi di Bologna e le principali istituzioni culturali cittadine.
Per ulteriori informazioni, prezzi e riduzioni consultare la pagina dedicata.
Orari di apertura
Martedì, mercoledì, giovedì, domenica 10.00 - 19.00
Venerdì e sabato 10.00 - 20.00
Lunedì chiuso
(la biglietteria chiude un’ora prima)