Cosa c'è dietro alle quinte delle storie disegnate? Cosa guida l'ideazione e la realizzazione di tavole amate da tutti?
Per rispondere a queste domande - e a tutte le altre che curiosi e appassionati possano avere - c'è Disognando, il ciclo di incontri con gli autori (sceneggiatori e/o illustratori) che parlano del loro mestiere.
L'8 febbraio 2018 alle 17:30 in Sala incontri sarà la volta di Matteo Matteucci. L'autore si diploma al Liceo Artistico Statale di Bologna nell’anno 1992. Nell’A.A. 1997/98 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, sez. pittura. Nel 1994 vince il concorso indetto dal Collegio Artistico Angelo Venturoli, che lo assiste con una borsa di studio ed un atelier. 1° Premio del Lions Club Bologna Carducci per la pittura - anno 1995. Nel 2001 vince il Concorso Ordinario per l’insegnamento della materia di discipline pittoriche nelle scuole secondarie superiori. Insegna a Brescia, Bologna, Rimini e Riccione, sempre in licei artistici. Nel 2011 illustra per Minerva Edizioni il libro Bologna soccer. Nel 2013 espone la storia di Arpad Weisz, allenatore di Bologna e Inter negli anni Trenta in Sala Borsa a Bologna, nell’ambito della rassegna Disognando e a Milano presso lo Stadio Arena in occasione del 1° Torneo di calcio giovanile dedicato all’allenatore ungherese, in collaborazione con il progetto W il Calcio. Nel 2014 le tavole dedicate a Weisz sono esposte a Bologna a Palazzo d’Accursio (Sala d’Ercole) in occasione dei settanta anni dalla morte dell’allenatore (31 gennaio 1944) e a Rimini, nel Palazzo del Podestà, nell’ambito della mostra Sport, sportivi e giochi olimpici nell'Europa in guerra, in collaborazione con il Comune di Rimini e il Memorial de la Shoah di Parigi.
«Ho deciso di disegnare questa storia nel 2010, dopo avere letto il libro di Matteo Marani “Dallo scudetto ad Auschwitz”.Non è stato un lavoro realizzato su commissione, né per qualche occasione particolare. Ho semplicemente subìto le suggestioni di un testo che ritengo importante, educativo e sempre attuale. Un libro che si confronta con temi prossimi a noi tutti: la nostra città, il pallone (o futbàll, come dicono i vecchi) e la storia, con le sue pagine scomode e a volte volutamente dimenticate. Io non sono uno scrittore, non ho tale pretesa. Il mio strumento è il disegno, e tradurre in immagini la storia di Arpad Weisz è stato per me spontaneo, seppure non privo di difficoltà, necessario, in quel momento della mia vita. E l’ho fatto per me, e magari per mostrarlo a qualche persona a me cara. Poi è venuta la collaborazione con il progetto “W IL CALCIO” e l’amicizia con Fausto Viviani. Condividiamo il pensiero che il calcio, e lo sport in generale, possa essere un importante veicolo di trasmissione di valori e memorie da tramandare ai più giovani, dando loro la consapevolezza che lo sport è anche altro rispetto a quello che sono abituati a vedere tutti i giorni sui media. Lo sport è cultura, fratellanza, è storia. E ogni mezzo, letterario, visivo, musicale, è lecito per condividere con gli altri questo proposito.»
Matteo Matteucci
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito dell'autore o la pagina del ciclo di incontri.