L'11 marzo 1977 avvengono pesanti scontri per le strade di Bologna. La tensione comincia nelle aule di medicina tra studenti della sinistra extraparlamentare e quelli di Comunione e liberazione. Quel giorno, colpito da un proiettile, muore Francesco Lorusso, studente e militante di Lotta continua.
La voce che un ragazzo è stato ucciso si sparge rapidamente, Radio Alice ne dà notizia verso le 13.30. Da quel momento nella zona Universitaria è un continuo fluire di persone. Tutti gli strumenti di informazione che il movimento possiede sono in funzione, dalle parole alle radio.
All'incredulità e al disorientamento si sovrappongono il dolore e la rabbia. L'Università si organizza per evitare nuove provocazioni della polizia; vengono chiuse tutte le vie di accesso, ogni facoltà si riunisce e dalle assemblee improvvisate emerge con chiarezza che l'assassinio di Francesco è tutto tranne che un "incidente".
Vengono fatte telefonate ai vari CdF e si manda una delegazione alla Camera del Lavoro per chiedere l'adesione al Corteo. La rabbia e il dolore crescono e la maggioranza dei/delle compagni/e individua gli obiettivi e le risposte che il movimento vuole dare. La libreria di C.L. "Terra promessa" diventa per la terza volta "Terra bruciata". Sono le 17.30 e il corteo è in Via Rizzoli: vengono spaccate tutte le vetrine della via centrale. Ci si dirige verso la Stazione FS, si occupano i binari. Si ritorna all'Università. Il ristorante di lusso "Il Cantunzein" viene "aperto". Si organizza il viaggio a Roma per l'indomani. Nella notte vengono effettuati numerosi arresti e perquisizioni domiciliari.
Rivivi quei momenti ascoltando gli audio dell'epoca.